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Cod. Oliv. 54, c. 76 b: ed. Saviotti, Op. cit., p. 22. Chi sia la gentildonna, cui è indirizzato il sonetto, non sappiamo con cer- tezza. Lo SciproNi (in Giorn. Stor., XI, 431) pensò che potesse essere Camilla d’Aragona, moglie di Costanzo Sforza, e poi com- pagna nel governo al figliastro Giovanni: ma è da leggersi in proposito quanto scrisse G. Morio, art. cit. in Cultura , VII, 267. 3. Qual di achonito venenoso ardore. Cod. Sessoriano della Bibl. V. E. di Roma , 413. Fa parte di una Tenzone su Amore e Fortuna fra Lorenzo de’ Medici, P. Collenuccio, il Poliziano e G. Benivieni, ed. da E. Percopo in Rass. critica della Lett. ital., I (1896), p. 9 sgg. (Per il sonetto del Magnifico, che iniziò la tenzone, v. Lorenzo de Medici, Opere , a cura di A. Simioni, Bari, Laterza, 1914, I, 50, II, 370; per il sonetto responsivo del Poliziano cfr. I. Del Lungo, La tenzone poetica di Amore e Fortuna , nel voi. Florentia , Firenze, Barbèra, 1897, p. 446 sgg.; per quello del Benivieni cfr. Cate- rina Re, Girolamo Benivieni fiorentino , Cittá di Castello, Lapi, 1906, p. 176 sg.). La tenzone è contenuta anche nel cod. Palatino 3070 della Biblioteca di Parma (antica segn. H. III. 133: «ex Bibliotheca Jo. Bern. de Rossi Ling. Or. Prof.», cart. sec. XV, di mm. 200 x 280, di fif. 25 n. n.) con le stesse didascalie: (c. 5 a) Sonecto di Lorenzo de Medici che e’ sospiri d’amore confortano gli affanni di fortuna et lei da contraria opinione inganata gli conforta et nutrisce-. Son. XVII: S’entro gli altri sospir che son di fore. — Risposta de M. Pandolfo Collenuccio cancelliero del Signore di Pesaro ( T ): come et per che modo gli affecti d’amore mitigano le pene di fortuna-. Son. XVIII: Qual di achonita (sic) venenoso ar- dore. — Risposta di M. Angelo Polliciano a lo contradicto sonetto che non tanto per sua dolceza amore mitiga gli affanni di fortuna, quanto per virtú di sua potenza. Son. XIX: Non pure advien che tanto dolce amore. — (c. 5 b) Risposta di Girolamo Benivieni a lo antedetto sonetto che gli effecti d’amore sono simili alla loro prima cagione. Son. XX: Se’n fra l’altre tue pene advien ch’amore». (1) Nel 1478, data probabile della tenzone, il Collenuccio era giá da un anno cancelliere e procuratore generale di Costanzo Sforza. P. Collenuccio, Opere - n. 24