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V LE RIME VOLGARI. 1. Canzone alla Morte. La canzone è qui riprodotta integralmente, con qualche cor- rezione resa necessaria da evidenti deficienze del testo, di su l’unico codice che la contiene, 1 ’Oliveria.no 54. Questo, che è scritto di mano del figlio secondogenito del Collenuccio, Annibaie, ha a c. 72 a: Canzone alla morte composta dallo spedato et egregio homo Mr. Pandolpho mio padre, essendo retenuto in pregione. Cod. cart., sec. XVI, di mm. 110x150: constava in origine di 172 fíf. num., di cui son venuti a mancare i primi 20 e il 149 0 . Di questo ms., che descrissi poi minutamente neli’art.: Rime inedite del se- colo XV {Dal Cod. Oliv. 54), in Propugnatore , N. S., V, 11 (Bologna, 1893), ebbi giá a trattare nel mio Pand. Coll ., pp. 220 e 231. Edizioni: I. 1816: per cura di Giulio Perticar!, in Appendice al suo Discorso Intorno a P. C., in Biblioteca Italiana , voi. Ili, n. IX (settembre 1816), p. 439 sgg. (riprodotta in varie edizioni delle Opere del P.: 1816, 1821, 1822-23, 1838, in Appendice alla ediz. ital. del Lorenzo de’ Medici del Roscoe, Milano, Sonzogno, 1816, nel cit. voi. LV (1864) della Biblioteca Rara del Daelli, e in Tartt, Memoirs cit., pp. 314-18). I motivi politici e patriottici degli am- modernamenti e degli arbitrari restauri introdotti dal Perticari nel testo della Canzone , sono da lui stesso indicati in una lettera a Salvatore Betti del 17 luglio 1819, pubblicata da G. Boralevi per nozze Provenzal-Levi de Leon (Correggio 1883): «... In quanto alla Vita del Collenuccio , io acconciai molte cose al bisogno mio; il quale non era giá di fare una scrittura da notaio, siccome s’usava al tempo d’alcuni vecchi: ma di scriver da filosofo, siccome faceva Senofonte di Socrate e di Ciro: che guardava piú all’utilitá morale de’leggitori, che a quegli scrupoli e a quelle miserie in cui si restringono i pedanti. Mio fine era il giovare in quei giorni