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... non è alcuno che per questo rispetto non sia chiamato nobile ad un modo: perché niuno è che da quelli la sua origine non deduca. ... non è alcuno che per questo rispetto non sia chiamato nobile ad un modo: perché niuno è che da li saxi de Deucalione e Pyrrha non sia nato e che da quelli la sua origine non deduca1.
... perché quelli sono veri honori e di gran iudizio si fanno... ... perché quelli sono veri honori, che da li hotnini onorati e di gran iuditio si fanno.
... solo depositario... de uno vilissimo castello sia fatto, dal quale la pace e guerra de la Italica provincia pende. ... solo depositario... de uno validissimo Castello2 sia fatto ecc.



Ci è parso dunque giusto, pur tenendo presenti le edizioni antiche3, porre a base del nostro testo il codice Estense. Con ciò possiamo sicuramente affermare che soltanto ora il Filotimo, l’opera piú originale che sia uscita dalla penna dell’umanista pesarese, piena com’è di comicitá schietta e geniale4, vede per la prima volta la luce nella sua forma genuina.

  1. Qui l’ediz. bergamasca del ^4 rimedia, come al solito, alle lacune delle edizz. precedenti con una amenitá: «Non è alcuno che per questo rispetto non dovesse esser chiamato nobile ad un modo: perché niuno si trova che non abbia origine dai suoi genitori» (sic!).
  2. Si tratta evidentemente del Castelletto di Genova, del quale, a garanzia della pace di Vercelli (io ottobre 1495) tra Lodovico il Moro e Carlo Vili, Ercole I divenne per due anni depositario: vedi Cipolla, Signorie, p. 728. Per l’intransingente fermezza con cui l’Estense, per mezzo appunto del Collenuccio, suo oratore alla corte imperiale, seppe mantenere a quel possesso il carattere di pegno neutrale, resistendo alle pressioni di Massimiliano, si cfr. P. Negri, Milano, Ferrara ecc., cit., p. 468 sgg. — Veramente acrobatico è in questo punto il tentativo di emendamento della ediz. Gamba: «Verissimo onore è ch’el medesimo, in tanto numero di «uomini, solo... un esemplare sia tenuto, in tanto che n’è solo depositario. E se «questo tra sommi Principi e Re per un vilissimo castello si è fatto, dal qual la «pace e guerra de la Italica provincia potea dipendere, della incontaminata sua fede «e giustizia è singolare e somma testificazione».
  3. Solo in pochissimi casi, per qualche distrazione o falsa lettura dell’amanuense, pur cosí attento sempre e scrupoloso, ho preferito a quella del cod., la lezione delle edizz.
  4. Cfr. G. Crescimanno, Sui dialoghi di Pand . Collenuccio . Studio critico, Torino, Casanova, 1907, pp. 38 sgg. Cfr. Giorn. Storico, L, 447.