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Provveduto a le persone, io laudo che la mula e li libri e li ornamenti de casa e li intagli e tavole e pitture e antichitá et ogni cosa superflua se venda: e li denari se mettano a qual- che onesta mercanzia, si che se possino conservare e multipli- care, per poterli poi adoperare in pagar; qualche debito piú stra- nio; e cusx affittare la casa, che paga 50 lire l’anno, e pur salvar li denari. Avemo molti pegni a li iudei: le note e bollettini d’essi sono in casa, nel scabello de cipresso. Bisogna anco molti denari a riscoterli, e non ce essendo denari, io laudaria che ’l se pigliasse questo espediente: cioè che col favore de messer Ieronimo Ziliolo, e mediante lui col favore de messer Ercole de’ Strozzi e di mes- ser Ioan Francesco dal Canale, se facesse che li iudei fesseno qualche taglio e calo de l’usure; che lo faranno senza dubio, e son certo che Beniamino fra li altri, et anche Abram dai Sabbioni lo faranno quasi per niente. Fatto questo, se vói redurre a una summa quello de che restaranno creditori li banchi, e poi far che se vendano, e quel piú che se venderanno diano li denari a vui, da metter con li altri.

Raffaello iudeo, che va vendendo per la terra, ha in pegno el mio centurino d’oro, che vai 5 ducati: se vói riscotere, ché lo ha per 5 lire e 17 soldi, che li restai a dare quando comprai la cappa de Piero famiglio.

De li creditori ce ne sono assai li in Ferrara, ma omini da bene et amici, e de non gran quantitá: sono certo che, attento el caso mio e la povertá vostra, se accordaranno per poco e fa- cilmente se assettaranno a tòrse col tempo a poco a poco, ove sia chi li parli umanamente. E se faccia parlare a messer Ioan Francesco et a messer Ieronimo Ziliolo, che possono tutto quello che vogliono.

El signor duca di Urbino fu pagato da mi integramente: li denari ebbe el Ferrarese suo servitore e mandatario. Fu rogato de la quietazione ser Bartolomeo de Silvestri, notario ferrarese; e ne deve anche esser una nota nel scabello de cipresso. In ditto scabello de cipresso sono ancora filze e conti di dare e de avere, e patti con lavoratori e simil cose. Li patti con li lavoratori del casale, ne è rogato ser Antonio Rodo. De li conti mei con la camera ducale e con la camera del Comune sono dui libretti, uno coperto de carta pegorina, et è quello de la camera ducale, l’altro de poche carte piegato, che è