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concesso privilegio né esenzione alcuna: glie lassa un dottor for- livese locotenente. De la Rocca ha levato 70 pezzi de artiglieria; né li ha lassato gran guardia.

Dirò una cosa a Vostra Signoria, de la quale ho piú riscontri; ma per espressa me l’ha ditta un cavaliere portugallese, soldato del duca Valentino, che è alloggiato qui in casa, ove son io, de mio genero, con 15 cavalli, et è omo molto da bene et amico del signor don Ferrando nostro, perché stette col re Carlo. Dicono che questa terra el papa la dá per dote a madonna Lucrezia, e dalli marito uno italiano, che sera sempre bono amico de Va- lenza. Se ’l sia vero non so: cosí se tene.

De Fano, el duca non l’ha avuto: gli è stato dentro cinque di. Lui non l’ha dimandato: né li cittadini glie l’hanno dato. Suo è, e suo sará se lo vorrá. Dicono loro che ’l papa li commisse che de Fano non se impacciasse, se li cittadini propri non lo diman- davano: cosí son rimasti nel stato che erano.

..... La vita del duca è questa: va a letto a 8, 9 e io ore de notte: l’altro di poi, le 18 ore son l’alba, le 19 el levar del sole, le 20 son di fatto. Levato, subito va a tavola: e li, e dipoi, fa facende. Tenuto animoso e gagliardo e liberale, e che tenga bon conto de omini da bene. Aspro in le vendette: cosí ho informazione da molti. Animo vasto e cerca grandezza e fama; par che curi piú lo acquistar de’ stati, che stabilirli e ordinarli. Pisauri, die Iovis 29 Octobris, hora vi noctis, 1500. Ill.mae D. D. V.

servus Pandulphus.

XXV

A Cesare Borgia.

Illustrissimo Duca et eccellentissimo Signor mio. Messer Ioan Sforza, allora signor di Pesaro ne l’anno 1488, senza alcuna mia colpa, senza processo e senza sentenza, e fuore d’omni iustizia, tirannicamente mi pose in un fondo di rocca, et in quella mi tenne carcerato, reputato per morto, sedici mesi et otto zorni senza compagnia e colloquio mai de persona alcuna.