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a la pratica del signor marchese, ne sta dubioso, solo per non sapere che rasone abbia mosso el consiglio a cosí subita sen- tenza contra quelli dui, né particulare alcuno; tuttavia inclina piú a questa parte, che se voluntá o senso alcuno era de recondur Sua Eccellenza, questa cosa non l’abbia ad impedire. Perché savia- mente pensandola el consiglio, lui estima che per questo el possa intendere uno ardentissimo desiderio del signor marchese in vo- ler servir quella Illustrissima Signoria, presupponendo sempre che non a danno del stato, ma a suo particular commodo (corno è ditto) Sua Eccellenza forse se ingegnasse saper de le cose piú intime: et in summa in questa parte non sa bene corno resolverse, corno quello che è prudentissimo, né vòle in modo alcuno essere o parer piú savio del suo senato.

Resposta a quelle lettere non ha avuto alcuna né crede averla (corno a bocca ne dici). Porria essere che ad alcuna altra scritta dappoi aria resposta. Se circa quello, o altro in queste materie intenderò, che me parrá poter cadere a satisfazion del signor mar- chese, ne darò subito avviso a Vostra Magnificenza, essendo oltra modo desideroso de far cosa grata a Sua Eccellenza in tutto quello ch’io possa: cosí a Sua Signoria me ricomandi Vostra Ma- gnificenza, de la quale io son tutto.

Ferrariae, Kal. Aprilis 1498. Frater vester Pandulphus.

Magnifico Vivo Patrono meo honorandissimo Domino Iacopo de Hadria III.mi D. Marchionis Mantuae dignissirno Secretorio et Corniti Planellae Mantuae.

XX

Allo stesso.

Magnifico messer Iacomo mio. Anche lo amico nostro qui stette in gran dubio molti di per la cattura de colui, estimando non esser forsi incurso in qualche offesa o suspicione lá, per avere per triplicate sue lettere si favorevolmente scritto per lo illustrissimo signor marchese; in modo che per quelle vie, che a