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offerte posser tanto ringraziare Vostra Eccellenza, quanto ella merita e quanto io desidero; e non possendo io piú, la ringrazio de tutto infinite volte e quanto posso con tutto el core. Né so dir altro, se non che ancor quattro nglioletti maschi mi son re- stati che sono in mio arbitrio, e son rimasto io: tutti ne offerimo e damo a Vostra Eccellenza, corno a quella che per lo amor por- tato a Teofilo e per la sua singulare clemenza e generositá de animo e virtú, merita che non solo nui, ma tutti li italiani li siano servitori. Supplico Vostra Signoria che ne riceva e sia con- tenta che la memoria del povero Teofilo refunda ancor parte de l’amore e de la grazia vostra verso li soi fratelli e mi suo padre col comandarmi sempre corno a qualunca altro vostro piú fidato famiglio; ché mai restarò de obedire Vostra Signoria e pregar Dio che vi conceda de posser tanto quanto vui medesmo deside- rate, per ogni respetto vostro, ma massime per el ben commune de Italia, essendo ora vui solo in chi meritamente tutti li occhi sono vólti, in questa mala sorte de tempi.

Me ricomando infinite volte a Vostra Eccellenza. Ferrari ae, xxiv Januarii 1496.

Ex.tiae Vestrae servus Pandulphus Collenucius pisaurensis do et or et ducalis consiliarius.

Ill.mo Principi et Ex.mo domino meo singularissimo Domino Fraticischo de Gonzaga Marchioni Mantuae etc. Copiarum omnium Serenissimi Domimi Venetorum Capitaneo generali.

XVIII

A Ercole d’Este, duca di Ferrara.

Illustrissimo signor mio. Io ho voluto indugiare el mio scri- vere circa lo illustrissimo e reverendissimo vostro figliolo infino a questo di per poterne avere piú piena e vera notizia, non me fidando del iudicio mio, qual per troppa affezion porria forse errare; né dei primi congressi, quali communemente sogliono essere o laudabili o escusati, maxime ove concorre el favor de