Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/313

e notte ammazza e guasta omini e cavalli. E1 perché fiorentini hanno deliberato che ’l campo se ritiri alquanto indrieto fòr del periculo e espetti quello vorrá fare la Maestá del re per la resti- tuzione de la cittadella nova. Dal quale espettano de ora in ora un novo mandatario, el qual (per quanto sperano) ará a stringere el castellano a restituirla.

Le cose de la cittadella le lassai èri l’altro in questa forma. Quel castellano per ultima conclusione dimandò de volere vedere lo originale del mandato de monsignor de Lilla; el qual veduto, disse che renderla la cittadella. Fulli mandato, poi ricusò con dire che se Livorno non fusse renduto, lui aria restituito la cittadella, ma, volendo partir per mare, non se tenea securo non essendo Livorno in poter de’ franzesi: allegando che cosí seria rotta la fede a lui, corno fu a Ponte de Sacco a quelli ottanta franzesi, che furono assecurati e poi tagliati a pezzi. A questo li fu risposto per el commissario fiorentino, presente quello che era stato suo castellano a Livorno, che, per tór via questo obstaculo, remetta- riano Livorno ne li primi termini. Et in questo modo tutta la pratica col castellano fu escussa. Questo è quanto io ho veduto e odito, per essermi ritrovato in campo appresso el signor duca de Urbino. De questo castellano tre cose se son ditte: uno che li soi furono anticamente pisani; l’altra ch’el ama una Loisa, figliola de Matteo Lanti pisano; terzo ch’el è omo obstinatissimo, et è quello che fu castellano de Perpignano e similmente espettò infinite commissione prima che la rendesse al re de Ispagna; e per questi respetti de amore e de sua natura non vói rendere la cittadella. Le prime due non se verificano, la terza si, e tuttavia ho parlato con molti de questi cittadini, quali non credono che dal castellano nasca questa obstinazione, ma da secreta voluntá del re, al quale forsi non par sia a proposito restituir Pisa, finché non abbia al tutto espedito questo accordo de Lombardia.

La terra qui non sta molto de bona voglia. Vedono spendere indarno e le gravezze moltiplicare, e dinari con estrema fatica se ritraggono, et ogni di se ritengono cittadini in Palazzo, acciò che prestino dinari, e dubitano di Piero e de Ursini, quali è fama vogliono venire verso Siena e molestare da ogni banda questo stato. Ceterum de l’accordo de Lombardia, del quale la Eccellenza de Milano scrive qua ch’el è oggimai concluso, li parlari sono