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respetto et el riguardo ch’io ho a Vostra Magnificenza, qual non vorria che mettesse del suo tanto che fusse troppo per ottenerlo. E però dirò cosí, che, se, salva sempre la dignitá vostra, io posso esser fatto degno di tanto dono, io ne prego quanto posso Vostra Magnificenza e ricordandolo a quella finché dura la presente Si- gnoria, ove la mano è mossa sine avaritia. Tra molte bone e vere dottrine che ho imparate da Vostra Magnificenza, ho anche que- sta: de non voler mai perdere quello che se pò avere per quello che non se pò avere. Onde, essendo Vostra Magnificenza mio Dio terrestre, dirò a quella corno dice Augustino al celeste: lube quod velis et fac nos velie quod iubes. E qui le concludo. De novo non ho cosa alcuna digna de avviso. Messer Gioanne non accettò lo invito del signor duca de Ferrara de l’andare, da poi la sua tornata da Venezia, a Comacchio e poi al corso del palio a Ferrara. Anderá lune al Bentivoglio per parecchi di. La morte de madonna Constanza de la Mirandola, con la quale Vostra Magnificenza ebbe si piacevole consuetudine a’ ba- gni, ha dato qui incredibile affiizion d’animo a la illustrissima madonna Genevra: a li altri de casa non però molta, benché li abiti negri sien per tutto.

Avemo qui al capitolo de li observanti eremitani el nostro fra’ Mariano, quale ha giá fatto due solenne prediche de la caritá e divozione in genere, con una turba maravigliosa e gran con- corso di populo, quanto porta el dopo Pasqua, in San Petronio. Messer Gioanne non ce è ancor venuto: spero poterlo persuadere a venire o domane o domenica. Dice Sidonio Apollinare: Natu- rali vitio fixum est radicatumque pectoribus humanis, ut qui non ini e Iligunt artes, non mirentur artifices.

Agiongerò una paroletta a la mia causa de le bandiere. Quando per nostra disgrazia sia che la cosa non se potesse otte- nere, prego Vostra Magnificenza sia contenta far si evidente opera, che ’l populo intenda una volta che Vostra Magnificenza abbia voluto, e basterá.

Me ricomando sempre a quella. Bononiae, die Iovis XXI (Aprilis) 1491.

De M. V. dicatissimus Pandulphus.