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etiam de estirpare destramente le false opinione e introdurre le bone: stando sempre fondato ne li vostri veri e ben ordinati di- scorsi, quali me facesti in la mia partita.

Et invero ho pur trovato de le cose qui non ben prese per el verso suo: et opinione varie in casa, anzi parzialitá circa le cose vostre, e la assentazione e la calunnia aver preso campo. Nondi- meno vi certifico e dò per conclusione vera, che le parole di messer Gioanne ogni di migliorano in palese e in privato, con mi e con ognuno ch’io senta, verso Vostra Magnificenza. E ma- donna Genevra (con la quale ogni cosa se comunica, et è el re- fugio e il refrigerio de tutta questa terra) molto piú; e sempre parole savie e prudenti: e ricorda le sentenze de messer Sante, e adduce ragioni valide da maravigliarsi.

Èmmi accaduto in molte volte, ad interrogazione diligentis- sima di lor Signorie, narrare tutti li modi e consuetudini e governo de Vostra Magnificenza, si nel stato, corno ne le cose familiari, domestiche e private: lo ascoltano voluntiere e sopratutto madonna Genevra, quale non dissimula el desiderio suo, che qualche parte ne fusse de qui. E fannosi in publico questi ragionamenti, a ta- vola e in camera, presente qualunche se li trova, perché cosí se fa qua. Et io per me vedo ogni cosa acconcia; né vedo una minima difficultá, per cosa che mai sia stata, quominus non possiate di- sponere l’uno de l’altro in ogni occurenza: se questa benedetta dote non fusse. Hanno in admirazione tutte le cose vostre: e vi chiamano sapientissimo, e dicono che a casa ve se pare (?) e che conducete ciò che volete in Italia, e confessano apertamente da per loro avere a conservare l’amicizia e benivolenza vostra né aver mai a deviare da la vostra voluntá. E per queste ragione dicono che per certo per si piccola cosa ariano creduto che Vostra Magnificenza fusse stata contenta fare questa dimostrazione verso loro, perché avete el sapere e ’l potere, e loro per voi fariano ogni gran cosa, et a vui non torna danno et a loro onore e utile e satisfazione grandissima. Ho posto ogni mia forza e tutto lo ingegno et efficacia che io ho a volerli indurre a credere che Vostra Magnificenza né de iure né de facto possa stringere quelli faventini, e che solo el suaderli è stato in vostro arbitrio et a la prova non vi è riuscito: non glie l’ho potuto trarre de mente. Giovedí x di questo ebbi poi la lettera del vi de Vostra Magnificenza vera e ben descritta e chiara circa questa materia.