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Tutte le parole de messer Gioanne, che sono in l’altra mia let- tera, lui le disse con quella efficacia e con tutta quella bona cera ch’io ho scritto a Vostra Magnificenza. Et in ultimo disse: — Io averia pur voluto che in queste cose de mia fiola el Magnifico Lorenzo avesse fatto un poco d’altra demostrazion ch’el non ha fatto. El me vói mettere mi con quelli da Faenza a voler che prometta e che fazza. El sa ben che ’l non c’è l’onor mio. Basta ben la vergogna che me è, che la cosa stia cosí. S’ el m’avesse fatto dar la mia dote e le mee cose, io l’aria maritata: e si se toleva via ogni suspetto che se possesse mai piú aver de mi de le cose de Faenza e se levaria via ogni parlare e ogni mal dire che pur vói dire la rasone e la legge. E credo, quando de queste cose se ne potesse parlare con onore, e che ’l se intendesse quello fasea el signor Galeotto de mia fiola, e corno la trattava, la legge e la rason seria per lei e per mi. Ma lassamo andare: savemo ben corno se governano le cose tra li nostri pari. E che ’l se deve sempre andare per punti de legge quando se intende el vero de li omini da bene: e ogni omo pensi per sé. Tuttavia sia corno se voglia,, el non è parso al Magnifico Lorenzo farne altro in questo caso. Io non ne vojo piú parlare, e non lo scrivete. — Io li respondea (perché dicea queste cose interrotte) che ve- ramente nel parlare de Vostra Magnificenza io cognoscea quella bona disposizione in questa materia che fusse possibile, e che non avevate per digna comparazione Sua Signoria e faventini; e inter cetera Vostra Magnificenza me avea ditto de la straniezza de quelli omini, e che da loro non avevate altro che spesa, briga e pericolo; et andava alleviando la cosa, e dimostrando al meglio ch’io sapea che’l non era in potestá vostra. Et, in summa, non cognosco che ’l se satisfacesse: benché tuttavia (per mia fé) el me affermasse piú volte, etiam con iuramento, ogni bono animo verso Vostra Magnificenza, nel modo che ne l’altra mia lettera ho scritto. Ceterum, la illustrissima madonna Genevra, quale Vo- stra Magnificenza sa essere donna gravissima e prudente, e vera- mente una stella fra l’altre, vòlse intendere da mi tutti li discorsi fatti con messer Gioanne in nome de Vostra Magnificenza. Li dissi tutte e proposte e risposte. Ne ebbe gran piacere, confortan- domi a parlar spesso a la Signoria de messer Gioanne de Vostra Magnificenza e tener ben solidata la vostra intelligenza insieme ogni volta che ’l me occorresse: dicendomi: — El Messere final- mente è bono, e crede el ben quando el glie è ditto; et ha bon P. Collenuccio, Opere - n. 19