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riservare et inducendola con termini convenienti a voler dar fede al parlare amorevole e sincero de Vostra Magnificenza per la com- mune utilitá e praesertim sua propria. La quale parimente pativa detrimento da la opinione c’ha de la veritá: persuadendoli anche questo, che Vostra Magnificenza cognoscea molto bene la bontá de la natura sua e la larghezza e liberalitá de l’animo suo, e per queste facilmente inducevasi a credere che non da sua Signoria, ma da suggestione e da indiscreti parlari de altri poco intelligenti e male esperti de stati procedessino queste opinione e questi ru- mori: quali ancor facillimamente se estirparanno, se, l’animo suo e la voluntá aggionte a le bone operazioni e bone parole, in ogni occasione será sincero e netto, corno credeti per certo che ’l sia; insinuandoli ancora destramente che se Vostra Magnificenza al principio eh’ io venni a la podesteria lá, avea mostrato non curarse ch’io li parlasse di queste cose, quella lo aveva fatto consulto, perché sapendo quello ch’io era a l’uno e l’altro de vui, non ve era parso commettere tal cose a lettere, ma riservarle a tempo ch’io potesse largamente parlarne con sua Signoria e portarne lo integro de l’animo vostro. Et in summa tutto el mio concetto e ’l mio conato fu che, posto ben da parte ogni opinione et ogni indignazione passata, induceret novum hominem con Vostra Ma- gnificenza, ex quo quella era el medesimo con Sua Signoria secondo le iustificationes vestrae.

M’ascoltò con molta attenzione; poi me rispose in questa sen- tenza, anzi con queste parole formale, che di poco credo errare: — Vedi, messer Pandolfo, io ho molto bene inteso: e si, non vojo mo stare a replicare tutte queste cose passate, né di parentadi né del cassare de Annibaie né de quelle cose de Faenza né de questi Malvezzi; ché so ben che del fatto de Faenza el Magnifico Lorenzo non ha colpa nissuna, ma fu di omini propri de Faenza e anche de alcuni altri che erano li, de mala natura e senza cer- vello. E de questi Malvezzi anche avessimo colui in le mane, quel che fu appiccá, e si intendessimo ogni cosa. E circa tutte queste facende el ce seria da dire assai: e si se n’è ragioná piú volte e ditto pur assai cose. Lassamole andare: io me le ho desmenti- gate tutte, e si non ce penso. El dise vero el Magnifico Lorenzo ch’el non sa per nissun de noi che se diga che ce intendiamo male insieme: e mi dal mio lato ho desmentigá ogni cosa e per- doná ogni mancamento che ce fusse mai stato. E cosí voio avere, e cosí ho (e cosí voio che li scriviate) el Magnifico Lorenzo