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Azor.   Ben sai che mostrerá meglio suo effetto,

dando al padre e fratelli condizione,
per dimostrargli quanto n’ha diletto.
     Ma el vien per presentarsi a Faraone:
andiam, che ne troviamo a la presenza.
Ho gran piacer veder quel bon vecchione;
     e del gran re vedremo la sapienza.

SCENA XII

Iacob rende saluto al re Faraone. Ioseph con tutti li fratelli.

Iacob.   Salvo e sano sii sempre, o Faraone,

e Dio del ciel, fattor de la natura,
vera felicitá, signor, ti done.
     L’è parso a tua clemenza pigliar cura
di me, tuo servo e de la mia vecchiezza,
con farci benefizi oltra misura.
     Non è, signore, in noi tanta grossezza,
se ben semo pastor, che non sappiamo
che tutto ciò procede da tua altezza;
     perché da’ nostri inerti non l’abbiamo,
ma da tua grazia, il ben del mio figliolo,
e il nostro ancor da te riconosciamo.
     Dio prima sia laudato, e poi tu solo:
ecco il tuo servo in la tua potestade,
semplice servo senza fraude e dolo.
     Mei figlioli e nepoti e facultade,
tutti son qui: quel che tu vói dispone,
fa’ quanto piace a tua benignitade.
Faraone.   L’ottima e santa tua condizione
e del figliolo tuo, mio presidente,
nota pel mondo a tutte le persone,
     fan ch’io rivolto in te tutta mia mente,
si come in le sue man posto ho il mio stato
per la sua fede chiara et eccellente.