Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/278

     Miraculoso caso mi è paruto,

e quel che m’han narrato i figli mei,
e i don di Faraone, quali ho avuto.
     Senza tua voluntá movere i piéi
giá non intendo: tu, Signor, consiglia,
che vita e veritade e che via sei.
     Dimandami con tutta mia famiglia,
con la sustanza e servi, armenti e greggi:
ma senza te partito non si piglia.
     Tu, grande Iddio, che ’l tutto vedi e reggi,
ti prego mi dimostri il tuo volere.
Tu il mio deliberar movi e correggi,
     mostrandomi il cammin qual ho a tenere.

SCENA VII

L’Angelo dice a Iacob:

     O Iacob, o Iacob, sono il fortissimo

Dio del tuo padre.   Non aver paura:
ma va’ in Egitto, e l’andar sia prestissimo.
     Una gran gente, e grande oltra misura
li farò che di te discenderá,
et io con te verrò ad averne cura.
     E quando il tempo debito será,
secondo c’ha prefisso il mio concetto,
io serò quello che ti redurrá.
     Ioseph, il tuo figliolo benedetto,
sopra de li occhi toi porrá sua mano.
Va’ via contento, senza alcun sospetto,
     ché ogni altro tuo pensier seria poi vano.