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     con viso allegro e modi dolci e arguti,

non altramente un gaudio immenso prese,
che se tanti figlioli avesse avuti.
     Poi col prefetto in gratular si estese
con non finta letizia e uman parlare,
deliberando d’essergli cortese.
     Disse al prefetto che fèsse portare
due veste per ciascuno, ma al minore
Beniamino cinque ne fe’ dare,
     cinque veste piú belle e le migliore,
con trecento dinar, tutti d’argento,
mostrando a quel materno piú favore.
     Al padre ha ancor mandati altri trecento,
con altre cinque veste, et ordinò
diece asini con pane e con frumento
     da viver pel cammino, e comandò
che diece asine carche se gli désse
d’ogni ricchezza che in Egitto è mo.
     Un’altra cosa grande ancor commesse,
che ’l fusse ditto al padre del prefetto
che subito in Egitto ne venesse,
     ché gli dará in Egitto un loco eletto,
dove in pace posando goderla
ciò che in Egitto è bon, ciò ch’è perfetto.
     Ha comandato che ne venga via
con tutta la famiglia e sua sustanza,
e bestie e servi et ogni massaria.
     Et acciò che non abbia a fare stanza,
e che donne e famigli lá non lassi,
carri e carrette ha dato in abundanza.
     Si son partiti allegri e di bon passi,
e nel partire il mio patron gli disse:
— Nissun da l’ira superchiar si lassi.—
     Son tanti giorni che al cammin si misse
la compagnia, che io mi meraviglio
che qualche nunzio ancor non apparisse.