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     Parlate con me, prego, a la sicura,

abbracciamoci insieme con letizia,
con la mente sincera, aperta e pura.
Iuda.   La conscienza di nostra nequizia,
patron, fratello, padre e signor nostro,
ci terrá sempre in doglia et in mestizia!
Ioseph.   Non tenete per questo il parlar vostro,
cancelliamo il passato ormai dal core
e fate tutto quel ch’ora vi mostro.
     Tornate presto senza far errore,
queste parole dite al padre mio,
le qual vi dico con perfetto amore:
     — Il tuo figliol Ioseph, o padre mio,
ti fa assaper che è principe d’Egitto:
per sua grazia e bontá l’ha fatto Iddio.
     Ormai non ti bisogna star piú afflitto,
ma presto vieni a lui senza tardare,
con tutta la famiglia insieme a dritto.
     In terra di Iessén ti fará stare,
coi figlioli e nepoti e gregge e armenti,
ché alcuna cosa non t’ará a mancare.
     Vien presto, acciò non abbi detrimenti:
ché cinque anni ha a durar la carestia.
Né tu né i toi non siate al venir lenti. —
     Questo direte a lui per parte mia,
ma prima dolcemente il salutati,
pregandol che ’l si metta presto in via.
     Ma in casa a rinfrescarvi prima intrati,
ché quel ch’arete a far vi farò intendere,
dappoi ve n’andarete consolati.
     Vien qua, Nabuch, fa’ a costoro attendere:
in questo mezzo al re me n’anderò
per fargli onore. E non guardare al spendere,
     ché presto presto anch’io ritornerò.