Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/271

     Se vivo il vói per li servizi toi,

tien’ me per servo, c’ho piú esperienza,
e lui rimanda a casa con li soi.
     Se vói pur lui per servo a pazienza,
tutti con te per servi ancor staremo:
tornare a casa non vogliamo senza.
     Se a lui perdoni, et io con me il rimeno,
come promessi al padre, tu serai
sempre a noi, servi toi, signor terreno.
     Nostri preghi, signor, inteso or hai,
qual prostrati porgiamo a tua clemenza
con lacrime e dolor: quel che farai,
     tutto lassamo in la tua sapienza.


Ioseph.   Oh Dio, non posso il pianto piú tenere!
Laudata sempre sia tua provvidenza,
     laudato sia ’l tuo nome e il tuo potere!
Andate tutti fòr de l’audienza,
cortesani e famigli, e nissun stia,
     salvo che questi ebrei a mia presenza.
Oh Dio, la tua bontá per ogni via
sempre dimostri! Oh quanta tenerezza,
     quanta letizia tien l’anima mia!
Levate, o mei fratelli, ogni tristezza
del vostro petto: io son Ioseph, io sono
     quel fratei che vendeste in giovinezza.
Io son Ioseph, et è il mio padre bono
ancora vivo! A te grazie infinite,
     eterno Padre, rendo di tal dono!
Fratei, non dubitate, or qua venite,
accostatevi a me senza paura:
     cari fratelli, il mio parlare udite.
Non paia a alcun di voi giá cosa dura
che in queste region voi mi vendeste;
     però che Dio, che d’ogni cosa ha cura,