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     attento che i dinar portato avevano,

quai nei sacchi trovorno a l’altra volta,
per mostrar che del nostro non tenevano.
     E se tanta moneta insieme accolta
avean di Canaano riportata,
come arian poi la coppa cosí tolta?
     E lor medesmi la sentenza han data,
che morir debba chi la coppa ha avuta,
la libertade a li altri sia negata.
     Udendo lor risposta cosí arguta,
quasi il credetti, e pur deliberai
vederne il certo e far l’opra compiuta:
     onde a ciascuno i sacchi lor cercai.
L’ultimo fu’ a cercar questo garzone;
la coppa nel suo sacco ritrovai.
     Inteso hai tutto, or quel che vói dispone:
ecco la coppa e lor son qui condutti.
Di quel c’han fatto rendi a lor ragione,
     si che non vadin de la pena asciutti.

SCENA III

Ioseph, Iuda e li altri fratelli.

Ioseph.   Per qual cagion vi siete voi ridutti

a far tal mancamento? non sapete
che al divinar son dotto sopra tutti?
     Con questa coppa estinguo la mia sete,
con questa, quando voglio indivinare,
prendo l’augurio, e voi tolta l’avete!
     IUDA. Noi non avem, signor, con che escusare
possiamo il nostro fallo, ché ’l rispondere
ne è tolto, non possendo dinegare.
     Cosi ha voluto il grande Iddio confondere
la nostra iniquitá si manifesta,
che in modo alcuno non si pò nascondere.