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Beniamino.   Io noi so, signor mio, ne sono certo.

Poi che ’i frumento nel sacco fu messo,
ti dico il vero, io non l’ho mai piú aperto.
     Non sapria mai pensare un tal eccesso,
né per voglia il faria né per errore:
in veritade io non l’ho giá commesso.
Nabuch.   Ancor tu sai negar senza rossore,
che ’l furto nel tuo sacco è ritrovato?
E ancora ha’ ardir tornar pure al signore?
     Arete quel che avete meritato!
Tornate pur, si come vi dimostro,
dal mio signor, che cosí ha comandato.
     Quale iniquo pensiero è stato il vostro
di render mal per bene e un portamento
di cotal sorte inverso al signor nostro?
     Veduto avete il vostro mancamento
con li occhi vostri propri, il vostro errore,
ma voi n’arete il iusto pagamento.
     Prima il negaste e fèste grande errore,
dappoi, trovato il furto, voi tacesti:
non basta dimostrarne ino dolore.
Ruben.   Né al confessare né al negar siam presti
l’un non sapemo e l’altro non possiamo,
né vediam ch’altro a noi che morte resti.
     Misericordia solo a Dio preghiamo;
Lui sia quel che ci aiuti e questo basti:
altro al prefetto ancor non dimandiamo.
Nabuch.   Signor, andai lá dove mi mandasti,
e ritrovai costoro andare in fretta
col denar e col gran che gli donasti.
     Con lor mi dolsi de la loro incetta,
ch’essendo stati lor tanto onorati,
la tua coppa t’avessino intercetta.,
     Negorno arditamente et ammirati;
si come spaventati, mi dicevano
che non credessi che lor fussin stati: