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sia bene il loco et abbia sua ragione;
e acciò che questo pasto sia compito,
fa’ che ’l fratei sia tratto di prigione
e che con lor si trovi a tal letizia,
che ogn’un stia lieto, senza passione.
Voglio che d’ogni cosa ab’oin divizia;
vitei, capretti occidi in abondanza,
ogni animai che s’usa a’ sacrifizia.
Verrò sul mezzodi secondo usanza,
e li darò audienza e mangerò
con loro insieme, tutti in una stanza.
Fa’ ti stia a mente ben quel che dirò.
Con loro hanno un fratello giovinetto,
minor di tutti, che sta li da po’:
fa’ quel che gli darai sia tutto eletto
e fa’ che sopra li altri abbia piú parte,
piú cinque volte, e fa’quel che t’ho detto.
Nabuch. Cosi farò con ogni ingegno et arte:
ho inteso a ponto tua commissione,
mi sforzerò per certo satisfarte.
Ioseph. Un’altra mia secreta intenzione
vo’ che ancor sappi: mandala ad effetto
con gran destrezza e gran discrezione.
Dappo’ il mangiare, penso che nel letto,
dal vino e da la via stracchi, anderanno
e si riposeran senza sospetto.
Fa’ empire i sacelli lor, quanto porranno,
di bon grano e nei sacelli sia ligato
tutto il denar che dato t’averanno.
Fa’ che in quest’altra cosa sii avvisato:
oltra il denar, nel sacco del minore,
dico di quel che arai piú carezzato,
la coppa d’oro, a qual piú porto amore,
con la qual bevo, tu la metterai
in mezzo al gran, che ’l non si vegga fòre.