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     E s’io non era nel schermir gagliardo,

ché in li artigli m’avea si come uccello,
seria stato al chiamar soccorso tardo.
     Mentre io fuggivo, lei tirò il mantello:
li è in fin rimasto in mano. Sia a sua posta!
Non si creda voltar mai ’l mio cervello.
     Lei di far male al tutto si è disposta,
et io fermato ho il chiodo, come io soglio,
da tal contagion starmi in discosta.
     O sesso feminil, peccar non voglio!
Non piú, ché biasimar non si conviene
tutte per una; ma di lei mi doglio.
     O Dio, so che alcun mal da te non viene,
e del peccato so non sei cagione:
questo la tua bontá come sostiene?
     Perdonami, Signor, se passione
cosí mi fa parlar. So ben che tutto
quel che permetti al mondo è con ragione:
     so che del male ancor tu ne trai frutto,
e però vo’ portarlo in pazienza.
Prego m’aiuti ch’io non sia distrutto!
     Mi ricomando a la tua sapienza:
tu che ’l tutto governi, il tutto vedi
e sai ’l secreto di mia conscienza,
     ch’io non cada in error, Signor, provvedi,
difendimi da infamia e da iniustizia:
prego che tanta grazia mi concedi.
     Costei dal cor mi tóle ogni letizia,
e fammi star dolente, afflitto e lasso.
Ma per sfogare alquanto la mestizia,
     solo andar voglio per un pezzo a spasso.