Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/198

     Imperò laudaria che questo amore

ti levassi dal cor, se l’è possibile,
che non ne seguitasse qualche errore.
Beronica.   Sidonia, questa è a me cosa impossibile:
pur mi consiglia, che via ho a tenere,
che a conseguir mia voglia sia fattibile.
Sidonia.   Persevera in pregarlo, e vogli avere,
se loco e tempo ti si mostra, ardire:
e guarda che alcun mai l’abbia a sapere.
Beronica.   Come’l mi vede sola, lui a fuggire!
Io terrò il tuo ricordo, e starò attenta.
Ecco ch’io’l vedo solo in qua venire:
     va’ via ch’i vo’ parlar, che alcun non senta.

SCENA III

Beronica e Ioseph.

Beronica.   Ioseph, io t’ho pregato tante volte

che a l’amor ch’io ti porto abbi rispetto!
Ti prego ormai che tua durezza vòlte.
     Or che possem parlar senza sospetto,
dammi qualche risposta che sia grata,
di che possa pigliar qualche diletto.
Ioseph.   Madonna, il mio patron m’ha confidata
in man tutta sua casa e sua sustanza,
e quella autoritá, che sai, mi ha data.
     E tanta fede ha in me, ch’elio ha ignoranza
di quel che l’ha, né sa ciò che possieda:
perché conosce in me fede e constanza.
     E niente ha, che in le mie man non creda,
eccetto te, che sei la sua mogliera.
Come vói che tal cosa io ti conceda?
     Come posso fraudar mia fede vera,
e inverso al mio patron far tal peccato?
Non mai, vo’ ch’abbia la mia fede intera!