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Iacob.   O morte, che per me sei troppo tarda,

o morte pel figliol mio troppo presta,
o morte a’ danni mei troppo gagliarda!
     Questa è del dolce mio figliol la vesta,
questa è del mio figliol l’amara spoglia,
questa è del mio figliol l’insegna mesta.
     Si, che è la vesta sua, ma mia la doglia:
si, che è la vesta sua, mia la tristezza:
si, che è la vesta che ogni ben mi spoglia!
     Oh cruda fiera piena di durezza,
oh cruda fiera pessima e spietata,
oh cruda fiera ornata d’ogni asprezza!
     Del mio Ioseph la carne hai divorata,
del mio Ioseph, mio sangue e mio riposo,
del mio Ioseph la vita hai consumata!
     Figliol mio bello, dolce e grazioso,
figliol mio, a’ mei precetti obediente,
figliol mio, non altier, non disdegnoso,
     figliol mio, tutto grato e reverente,
figliol mio, albergo de la mia speranza,
figliol mio puro, semplice e innocente,
     de la dolcezza tua la ricordanza
sempre fissa l’arò nel tristo core,
per tutto il tempo ch’a mia vita avanza;
     sempre al tuo caro nome farò onore,
dolce et amara sempre la memoria
di te sera, ma sempre con dolore!
     Vo’ che ’l pianto e il dolor sia la mia gloria,
e il sempre ricordar tua leggiadria
sera la mia canzone e la mia istoria.
     Tu, vesta, c’hai coperto quella pia
persona santa del mio car figliolo,
voglio che sempre sii mia compagnia.
     Quando con te serò ristretto solo,
forsi che il rimirarti e il lacrimare
qualche conforto porgerá al mio dòlo.