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     che al nostro padre la riporti adesso,

e mostri a caso averla ritrovata
qua per il bosco, come accade spesso.
     E1 crederá che una fèra affamata
abbia morto il figliol: cosí da noi
il sospetto e la colpa fia levata.
     Come noi vede inanti a li occhi soi,
piú non ci penserá, si come avviene
che ’l tempo ogni dolore ammorza poi.
     Or trovar questo messo ci conviene
e farlo instrutto et io torrò l’impresa,
si che ’l nostro disegno anderá bene.
     Tu hai mo questa cosa tutta intesa:
mo ch’abbiamo il nimico fora spinto,
non tener la tua mente piú sospesa.
Ruben.   Di paura e sospetto ho il mio cor cinto,
perché un altro nimico drento il punge
maggior assai, che mi tien lasso e vinto;
     et un maggior dolore ancor s’aggiunge,
che come un verme sta, che ’l cor mi rode
né mai da la conscienza si disiunge.
Neptalin.   Quel che è fatto bisogna al fin si lode.
Attendi a far bon core e bona fronte,
e piglia il mondo come’l véne, e gode!
Iuda.   Andate voi, fratei, di lá a quel monte,
dov’io credo che sia bona pastura,
andate presto pria che ’l sol tramonte.
     Abbiate al vostro officio bona cura,
si che non stian le pecore al disaso,
al sole, a l’ombra, a l’acqua, a la verdura.
     In questo mezzo io spaccerò a bell’aso
il messo che in Ebrón vorrò mandare
con la vesta di Ioseph, che ’l suo caso
     per quella possa il vecchio argumentare.