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     leggiadro di persona e ben aitante,

sano e fedele. Se non vi dispiace,
vel venderemo, ma a denar contante.
Mercatanti.   Siam mercatanti, e quando in bona pace
d’accordo offerta n’è la mercanzia,
noi spendiamo il denar, se la ci piace.
     Veder vogliamo se l’è bona o ria,
saper il prezzo, e poi, se ci accordiamo,
mettete che ’l mercato fatto sia.
Simeone.   Ecco qui il servo, che noi vel mostriamo:
se per trenta dinari el vi talenta,
che sian d’argento, noi ve lo vendiamo.
     Ioseph è il nome suo. Qua t’appresenta,
fatti inanti, Ioseph. Or se ’l vi è grato
il servo, il prezzo a chi piace consenta.
Mercatanti.   Contenti siam di far questo mercato.
Fa’ che a costor, Balác, incontinente
trenta dinar d’argento abbi contato.
Ioseph.   O Dio immortale, santo e omnipotente,
se iustizia è nel ciel, come ognun crede,
ti supplico col cor pietosamente,
     abbi, Signor, di me qualche mercede!
Tu sai pur ch’io son libero e ben nato:
venduto son per servo, ognun lo vede.
     Perdona ai fratei mei questo peccato,
e dona al padre mio tanto vigore,
che per me non si mòra disperato.
     Ora ov’è, padre mio, quel tanto amore,
ov’è la caritá che mi mostravi,
ov’è de la mia etá quel puro fiore?
     Ov’è quel bene che di me speravi,
ove son li piacer, sollazzi e feste,
ove i santi ricordi che mi davi?
     Ove son le parole gravi e oneste,
ove tante delizie e si pietose,
ove son l’allegrezze manifeste?