Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/162

SCENA IV

Siban servo dice cosí solo:

     Tutto quel che bisogna al sacrifício,

foco, acqua, incenso e dui vitei ben grassi,
si come apparecchiai, per far mio officio,
     cosí il vecchio patron, con lieti passi
montando il colle, su l’altare ha offerto
devotamente, come dai bon fassi;
     e in genocchion, con braccia e petto aperto,
con li occhi al ciel, sta questo solo orando,
che guardi i figliol soi dal caso incerto.
     Poco spazio stará cosí pregando:
tanto è tenero padre e diligente,
che giá saper di lor va meditando.
     Son dieci giorni, s’io l’ho bene a mente,
che i soi figlioli andorono in pastura;
e perché nova alcuna non se sente,
     vói mandarli a veder perché ha paura
sempre di qualche mal, perché ha provato
com’orno esperto. Et io vo’ poner cura
     di andare a far quel che m’ha comandato.

SCENA V

Iacob e Ioseph.

Iacob.   Non posso riposar nel mio secreto.

De’ mei figlioli s’io non sento, mòro:
forza è saperne, s’io vo’ star quieto.
     Vien qua, Ioseph, e lassa il tuo lavoro.
Toi fratelli in Sichém sono in pastura;
io vo’ che tu ne vadi insino a loro.