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     perché venirli in qua vedo lor dui:

meglio è che ’l sappia quel che far vogliamo,
e pigliaremo licenza da lui.
     Diletto padre, noi ti salutiamo,
e prima che diciamo altre parole,
la tua benedizion ti dimandiamo.
Iacob.   Cari figlioli mei, l’eterno Sole,
Dio, come creator, vi benedica
e dia a ciascun di voi quello che ’l vòle.
Ruben.   A questi mei fratei piace ch’io dica,
et io dirò. Abbiamo giá inviate
le nostre gregge e armenti con fatica
     fora in campagna, e con lor sono andate
le guardie lor de’ cani e de’ famigli,
e da noi seran presto seguitate.
     Ma come a noi convien, che ti siam figli,
te ne avvisamo ’nanti al partir nostro,
per aver toi ricordi e toi consigli.
Iacob.   Laudo e commendo in tutto il parer vostro:
li angioli santi vi sian scorta e guida.
Farete adunque quel ch’io vi dimostro.
     Sempre onorate Dio. Chi in Lui si fida
di bene in meglio va, si che per questo
il suo timor da voi mai si divida.
     Amatevi l’un l’altro, perché è onesto
tra fratelli l’amarsi, et al suo offizio
ciascun sia diligente, pronto e desto.
     L’inerzia e l’ozio è causa d’ogni vizio,
e di tristi pensieri empiono il petto.
Vegliate adunque e state in esercizio;
     ché del star troppo ne le piume e in letto,
altro che vani insomni non s’acquista,
col pei’der tempo, e qualche mal concetto.
Ioseph.   Questo dir de li insomni mi racquista
ne la memoria i somni, quali ho fatti,
che mi parea d’averli quasi in vista.