Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/152

Ioseffo, nobil dal suo nascimento,

giovine, bello, casto e costumato,
de la sua patria per invidia è spento.
Preso, è vivo sepulto e poi cavato,
venduto dai fratelli in servitute,
e poi per innocenza incarcerato.
Ma perché sua speranza e sua virtute,
lui e suo padre sempre a Dio voltonno,
ebbe nel fine onor, grazia e salute.
Vari casi mirabili qui sonno,
degni d’esser notati e di memoria,
come li antichi padri giá notonno.
Vederete in tre di tutta l’istoria,
che in anni ventitré die’ al giovinetto
sopra forza d’invidia la vittoria,
raccolta insieme al vostro bel conspetto,
come di tempo in tempo ella accadette,
per vostra utilitade e per diletto.
Quel che in molti e molt’anni succedette
tessuto è in modo, che in poc’ore arete
sotto i vostr’occhi tutte cose elette;
a questo solo adunque attenderete
taciti e con silenzio, e l’intelletto
con l’orecchie disposte tenerete,
notando d’ogni cosa ben l’effetto.
Finis.