Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Operette morali, Poesie latine e volgari, 1929 – BEIC 1788337.djvu/151

PROLOGO

     Il grande eterno Dio, sol per amore

che porta, sua bontá, a l’umana gente,
come pietoso, iusto e ver signore,
     dimostra con effetti la sua mente,
ché sopra i boni e i rei dá il lume e ’l sole,
a quei benigno, a questi paziente;
     e con presagi e segni e con parole,
ciascuno invita al suo felice regno,
qual possiede nel fin qualunque il vòle.
     La vita dei mortai, piena di sdegno,
d’error, d’iniuria e d’ogni mancamento,
fa prova in terra chi è del ciel piú degno:
     chi in quella sta constante e sempre intento
con fede e con speranza al primo obietto,
quello è fatto nel fin lieto e contento;
     chi a mortali passion troppo è subietto,
e da lor vinto, sua ignoranza mostra:
vive col mondo e Dio sempre ha in dispetto.
     Per molti esempli questo si dimostra,
ma pur l’antica legge un ne propone
molto eccellente, per dottrina nostra.
     Questo oggi a vostra consolazione
será rappresentato, e l’argumento
è questo in breve, e per conclusione: