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     poi la semente con lo dito atterra.
Sotto sia mezzo dito, et una spanna
fra l’una e l’altra; e cosí le sotterra
     ad una ad una, e col letame inpanna
65ben macero di sopra, e sia di bove:
miglior è assai e la terra manco affanna.
     Poi con l’orciolo a ciascun loco, dove
piantasti, adacqua, e fa’ che ti sia a mente:
adacquar dico sempre, se non piove.
     70La sera adacqua e fa’ continuamente
che sempre il terzo di l’acqua l’infonda;
piú se la state è senza pioggia o vente.
     Il tempo di piantarli non si asconda:
marzo e aprile son boni a cotal opra,
75se primavera è tepida e ioconda.
     Quando ad ottobre arai la pianta sopra
la terra nata, tenera e gentile,
per lo futuro verno fa’ che copra:
     forcine e pali intorno, e poi suttile
80stanghe di sopra, e alte sian tre piedi.
Stendi ginestre e paglia, ovver fenile.
     Quando la primavera a l’anno riede,
leva il coperto e fa’ che ’l caldo sole
quella ancor veda, come il mondo vede.
     85Un studio ancor sempre sovente vòle
la pianta, che il terren d’intorno movi
e che l’erbe si levin, come sòle.
     Due volte il mese ronca e fa’ removi
tutta la terra con un piccol legno;
90guarda che pianta o scorza non commovi.
     Del sequente anno il studio ora t’insegno.
A l’altro marzo o april, serà la pianta
un cubito alta, ovver circa quel segno;
     un altro seminario allor con tanta
95cura, quanta a quel primo, fa’ comporre,
e la vergella tenera trapianta.