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iv - de la reformazione de l'omo 127


     rivolgi in la tua mente ben lo schermo,
che la bramosa voglia al spirto dona
in questo corpo tenebroso, infermo.
     Misero peccatore, a la corona
de la celeste gloria alza la vista:
30odi la voce, che chiamando tòna:
     — Anima oscura inferma, anima trista,
ora al ciel guarda et a Dio ti converte,
dei beni eterni ’l ver tesoro acquista! —
     Mira, cosa mortal, che con l’aperte
35braccia te chiama e aspetta ’l tuo Signore,
e ben attento ai mei precetti adverte.
     Prendi, non dimorar, prendi ’l tuo core,
de la cui fonte ogni tua colpa viene:
con umiltá, con lacrime e dolore
     40e con accesa caritá conviene
che la iusta pietá di Dio remiri,
e cosí il pongi fra timore e spene.
     Tra queste mole, solo e con sospiri
in te richiuso, il spezzi, rompi e triti,
43e come in sottil polvere lo tiri;
     con questo i toi peccati tutti citi,
di lingua e d’opra e d’ogni negligenza,
che con lui tutti ancor sian ben contriti.
     Di tutti abbi dolore e displicenza
50quanto è tua possa, e la tua intenzione
in quattro obietti formi sua sentenza:
     di mai piú errar; di far confessione;
farlo per vera caritá di Dio;
poi farne iusta satisfazione.
     55E se ’l nascesse in questo bon desio
da un ver dolore de la eterna offesa
un lacrimare affettuoso e pio,
     una sol lacrimetta e bene accesa;
questa è contrizion detta abbondante,
60a questa il Redentor non fa contesa.