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e nel medesimo tempo Gregorio VII in Salerno mori e dappo’ lui fu Vittore III creato pontefice, il quale un anno e quattro mesi solamente nel pontificato durò.

Dappoi questa vittoria, avendo Roberto per molti mesi consultato il seguitar l’impresa di Constantinopoli, intese da le spie che Alessio e veneziani avevano di nuovo un’armata maggior che la prima preparata, e giá era levata del Peloponneso per condursi in Dalmazia: per la qual cosa animosamente levatosi con la sua da Durazzo e tiratosi in alto, si scontrò con l’armata inimica a l’isola del Sasono e fatta con loro una viril battaglia, al fin li ruppe facendoli ancora maggior danno che a la prima vittoria fatto non aveva. Per la qual cosa Alessio e Vitale Faliero duce de’ veneziani vituperosamente fuggirno. Dappo’ tanta vittoria, si come era ordinato dal cielo, Roberto facendosi innanzi verso la Grecia, andò a Cassiopoli, promontorio de l’isola di Corfu, del mese di luglio ne l’anno 1085; e in quel loco soprapreso da un’acutissima febre, infine di questa vita passò, avendo gloriosamente e con molte vittorie la sua vita settanta anni condotta.

Avemo fatto circa Roberto Guiscardo piú lungo discorso che forse ad epitome o compendio non conviene, pensando esser equissima cosa e molto debita a li scrittori non cosi succintamente li gesti de li uomini illustri trapassare, non avendo altro o maggior premio la virtú di’ questo de la immortalitá e de la gloria; oltra che a voler ben distinguere e notare le cose del regno di Napoli era necessario in questo modo commemorarle, essendo assai intricata istoria questa de la successione de’ normanni e de la loro successione, la quale ancor io (non senza molta fatica), da piú scrittori piú presto lacerata che scritta, ho in un corpo fedelmente ridotta. Era nel tempo de la morte di Roberto Guiscardo pontefice romano Urbano II creato dopo Vittore III, e Roggero succedette nel ducato di Puglia a Roberto suo padre, e tutti li popoli che furono subietti al padre, eccetto quelli di Sicilia, obedienza li renderno; ma Boemondo indignato che, essendo primogenito, niuna terra d’Italia in parte li fusse data, mise