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murato: il quale noi seguitando, non Narsete, come alcuni nuovi scrittori, ma Narse lo avemo nominato. E insomma di perfettissima laude saria degno tanto uomo, se in ultimo vinto da ira e da sdegno non avesse in servitú de’ longobardi posto Italia, la quale da’ goti avea liberata; imperocché stando a Napoli giá pacifico e presidente del tutto, morto Iustiniano e imperando Iustino II, Sofia imperatrice, femina petulante e superba, stimolata da la invidia de’ cortigiani portata a Narse e da la sua naturale malignitá, operò che fusse revocato di Italia, soggiungendoli queste contumeliose parole: che ad esercizio piú conveniente a la sua condizione lo voleva mettere, cioè a dispensar la lana e far tele tra le altre femine de la corte.

Narse essendo uomo di animo generoso, tanta indignazione prese di queste parole, che in risposta li disse: — Io ordirò tal tela, che né lei né il suo vii marito, che per lei si governa, mai potranno strigarla. — Cosi occultamente chiamò di Pannonia Alboino re de’ longobardi suo amico a la possessione d’Italia, e benché poi, vinto da la ragione e da le preghiere di Giovanni III pontefice, il quale in persona andò a Napoli a dissuaderli tale incepta, facesse ogni opera per far remanere Alboino da la impresa, nondimeno, per mal fato d’Italia, noi possette, per avere giá fatto Alboino ogni apparato per la sua venuta e per esser giá con turba infinita e innumerabile in procinto del venire. Onde venuto a Roma Narse con Giovanni pontefice per provvedere di qualche rimedio a tanto scandalo, senza aver potuto produrre alcun effetto, fu da la morte prevenuto, e il suo corpo con onorevoli esequie in Constantinopoli riportato. Questo fu il fine di Narse, dappo’ il quale niuno greco fu piú che a Belisario e a lui equiparare si potesse: in tanto continuamente sempre da la prisca virtú quella gente declinando, che a’di nostri avemo veduto l’imperio de’ greci totalmente estinto e tutta la lor nazione a misera servitú condotta. Finita la guerra de’ goti e spento il lor nome in Italia, Alboino re de’ longobardi invitato da Narse, come è giá detto,