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Narse fu per nazione persiano, per fortuna eunuco, per professione prima cartulario, cioè scrivano inferiore a’ notari in diversi offici, poi cubiculario di Iustiniano primo, e a la dignitá di patrizio da lui sublimato. Il quale, se bene a la gloria di Belisario non giunse, nondimeno fu uomo ancor lui di singular virtú, si militare come civile e morale: fu di grandissima potenza e autoritá appresso il suo principe, e solo governava la sua corte, solo le entrate e pecunie de l’imperio riceveva e dispensava. Tutti li secreti consigli di Iustiniano sempre seppe, e di molte sue imprese non solo fu consiglierò, ma autore: la qual grazia e potenza estimava ciascuno che meritamente avesse, per esser uomo naturalmente disposto a tutte le opere e azioni virtuose e di somma integritá e fede. Debellò li ostrogoti in Italia e due loro potenti e valorosi re, Totila e Teia, e Bucellino, capitano di Teodeberto re de’ Franchi, sotto il suo governo furono in battaglia occisi, e per lui Italia e Roma a lo imperio recuperate. E benché in tutte le arti et opere militari fusse peritissimo e gran duca, nondimeno fu di religione e di pietá singulare, ottimo cristiano, largo e munifico donatore a li poveri e calamitosi, studiosissimo a le riparazioni de le chiese, in tanto dato a l’orazioni e sacrifici, che piú vittorie si estima ottenesse impetrate per preghiere da Dio, che per forza d’arme acquistate. Di liberalitá e di clemenza e di affabilitá e grazia a conciliarsi li popoli e li sudditi e li militi suoi fu si eccellente, che scrivono li autori lui in queste virtú aver superato tutti quelli a chi mai capitaneati e imperi furono commessi; in modo che tutti li principi e baroni e re de le nazioni esterne e barbare ebbeno con lui familiare amicizia e di loro come volse sempre a suo piacere dispose. Edificò in Venezia, allora nuova cittá, il tempio di San Teodoro, ove è ora quello di San Marco, e una chiesa a’ santi Geminiano e Menna; e a Ravenna il tempio di Sant’Apollinare in Classe, opera che ancor si vede magnificentissima. A Roma ancora molti edifici construsse, e tra li altri il ponte sopra il fiume Aniene in via Salaria, come testifica l’epigramma vetusto, che ancor si vede in quel ponte