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zione in sua giovinezza di perizia militare. Ma peggiore effetto ebbe la sua elezione, che non fu estimato; perocché, come ingratissimo, prima confinò Amalasunta nell’isola del lago di Bolsena e consenti che da alcuni suoi inimici fusse morta; e poi datosi a la avarizia e a la ignavia a tanto pervenne, che essendo odiosissimo si a li suoi come a li altri italiani, Iustiniano imperatore, primo di questo nome, deliberò cacciarlo e di mano de li ostrogoti liberar Italia e con lo imperio unirla. A la quale impresa fece capitano Belisario, uomo di singulare et eccellente virtú si militare come civile, e di animo e di corpo valorosissimo fra tutti li greci, di chi memoria alcuna da scrittori antichi e moderni si faccia. Tenendo dunque Teodato re de li ostrogoti il regno di Napoli, in essa ottocento goti in presidio avea posto, e in terra di Bruzzi, cioè Calabria, avea fatto presidente Embrimo, ovvero Evermido suo genero. Stando in questi termini il regno predetto di Napoli, Belisario ne l’anno 536 con una grossa armata facendo fama di voler passare in Africa, prese l’isola tutta di Sicilia; poi partendo da Messina e arrivando a Regio in Calabria, quello ebbe per accordo insieme con tutti li lochi circostanti, i quali a la prima sua giunta si renderno. Il che vedendo Evermido ancor lui ne l’arbitrio di Belisario si commise con tutte le provincie e fu da lui benignamente raccolto: poi in Constantinopoli a Iustiniano mandato, il quale onoratamente con molti doni lo ricevette. La Lucania parimente e tutto il resto del paese insino a Napoli a Belisario si détte.

Giunto a Napoli Belisario per via di terra, e nel medesimo tempo l’armata di mare nel conspetto della cittá, veduto che li goti insieme con li giudei e alcuni altri sediziosi erano in proposito di resistere, deliberò di espugnarla: onde subito presi li borghi e ottenuto l’acquedotto che serviva a la terra e derivata l’acqua di esso per uso de l’esercito, tutte le cose pertinenti a l’assedio et espugnazione de la terra preparava. E stando in consultazione del modo, per esser la terra ben murata e difesa, un suo uomo d’arme di nazione isaurico, essendo per avventura entrato ne la parte de l’acquedotto che