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tra l’altre sue, una figliuola di Giorgio, despoto di Servia. In un gran fatto d’arme ruppe i cristiani a Varna, loco di Tracia ove il Cardinal Sant’Angelo de’ Cesarini romano, legato apostolico e Vladislao re di Polonia furono morti; e Giovanni Vaivoda fuggi. Rimasto vincitore Amuratte col stato quieto, si ridusse ad una vita solitaria e religiosa a lor modo, lasciando la cura de lo stato a Maumeth II suo figliuolo giovinetto, sotto il governo di Cali suo primo Bassá. Giovanni Vaivoda in quel mezzo, reparato l’esercito per vendicarsi de la rotta di Varna, ne venia in Tracia. Cali avvisato di questo da Giorgio despoto di Servia, parendoli troppa impresa a l’etá di Maumeth, lo fece intendere ad Amuratte suo padre: il quale uscito subito de l’eremitorio, fece un esercito di cento mila turchi e con due navi de’ genovesi, con li quali si convenne di un ducato per testa di nolizzato, passò lo stretto di Gallipoli e venne in Tracia. E venuto a le mani in un loco chiamato Basilsa, dopo una gran battaglia ove perdette circa trenta mila de li suoi, ruppe con grande occisione e cacciò Giovan Vaivoda: ove morirono molti capitani e signori cristiani e quasi tutti li prelati di Ungaria. Dappoi questa vittoria tornò al suo eremo e solitudine Amuratte e pieno di gloria in pace si mori. Successe a lui Maumeth II suo figliuolo predetto, il quale a’ di nostri per forza prese Constantinopoli, Negroponte e Caffa, ruppe Iason Cassano tartaro, fece gran fatti e ampliò il suo stato di due imperi, di quattro regni, di ventidue ovvero ventiquattro provincie e di piú di ducento cittá grosse. Mori ne l’anno 1483, lasciando dopo sé dui suoi figliuoli, cioè Baisetto II, il quale vive e regna in tutto il stato paterno pacifico, e Zizimo, il quale a Roma vedemmo, e in Campania mori. Questo è il sommario de l’origine e processo de’ turchi, de li quali, quanto al regno di Napoli appartiene, avremo nel processo a parlare.

Una breve digressione farò per notizia del Tamerlano, del quale una parola avemo detto di sopra. Fu il Tamerlano di bassa condizione, fatto, per virtú d’arme e animositá, grande. Menò con sé in Asia un milione e ducento mila persone; chia-