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Giovanni Giuseppe Nicosia — Cinesi, scuola e matematica — Bologna, Italia — 2010

popolazione vive nelle campagne, quivi si trovano il 95% delle scuole elementari, l’87% delle medie inferiori ed il 71% delle superiori. L’obbligo scolastico coinvolge circa 160 milioni di studenti nelle aree rurali. In quelle meno sviluppate il governo è a più riprese intervenuto con programmi speciali ed ingenti finanziamenti straordinari. Ci sono ad esempio scuole che hanno programmazioni didattiche speciali e ritmi di lavoro compatibili con quelli dei lavori agricoli. L’abbandono scolastico in questo contesto è comunque piuttosto alto.

Tra i provvedimenti governativi è notevole l’istituzione di una gigantesca struttura multimediale per la formazione a distanza specialmente in campo tecnico ed agronomico basata su trasmissioni radiofoniche, televisive e satellitari ed articolata su più di 3.000 sedi locali. In circa venti anni essa ha addestrato ed educato più di 100 milioni di persone. Si tratta del maggiore programma di formazione a distanza del mondo. Esso è oggi sostenuto anche da finanziamenti privati di grossi gruppi finanziari. I suoi principali utenti sono studenti che vivono in zone remote poco collegate col resto del Paese e, specialmente a livello universitario, lavoratori o semplicemente studenti che non sono riusciti a superare i difficili esami d’accesso ad altre università. Le nuove tecnologie basate sulle reti telematiche offrono oggi sviluppi importanti.

2.6 Gli insegnanti

Nelle concezioni più diffuse in Cina gli insegnanti hanno un ruolo chiave nella tenuta della società e nel raggiungimento dei suoi fini. Il loro ruolo è quindi carico di responsabilità maggiori che in Italia perché lo Stato affida loro il compito cruciale di tramandare i valori fondamentali di un’educazione assai ideologizzata. In generale hanno minore autonomia in confronto ai colleghi italiani, ma godono di uno status di maggiore rispetto da parte di studenti e famiglie anche per effetto delle istanze della cultura confuciana. I giorni rivoluzionari degli anni sessanta, quando la contestazione del sistema da parte di masse giovanili sconvolse le scuole e ne ribaltò le gerarchie, sono ormai de tutto cancellati. L’autorita dell’insegnante è perentoria. Nelle zone rurali non è infrequente che gli insegnanti vivano in un’ala della scuola in cui lavorano e siano a stretto contatto con le comunità ai cui ragazzi insegnano.

La formazione degli insegnanti elementari avviene in scuole superiori magistrali cui si accede attraverso un esame di ammissione (Wang, 2001). Il corso dura tre anni e prevede lo studio di lingua cinese, matematica, musica, arte ed alcune tecnologie informatiche. La formazione pedagogica e didattica più che allo studio teorico è affidata ad esperienze di tirocinio: nell’arco di circa sei mesi gli aspiranti insegnanti osservano nel contesto di scuola alcuni insegnanti già formati al lavoro, fanno esperienze controllate di insegnamento, correggono compiti e possono persino avere contatti con i genitori degli studenti.

Per insegnare alle scuole medie e superiori occorre frequentare scuole speciali universitarie o para universitarie (Wang, 2001) (Han, 2001). Come in tutti i corsi di livello universitario, vi si accede per duri esami. Gli aspiranti insegnanti di matematica ricevono qui un’istruzione di alto livello con maggiore approfondimenti teorici rispetto ai loro colleghi dei politecnici o delle facoltà scientifiche in generale. Anche in questo percorso formativo ci sono tirocinii a scuola di un paio di mesi, in cui si osserva e poi si procede ad insegnare. Su questa esperienza bisogna relazionare in apposite tesine (Wang, 2001).

La collaborazione tra docenti nelle scuole superiori cinesi è molto marcata ed essi passano gran parte del loro tempo a confrontare metodi di insegnamento e risultati con colleghi della stessa materia o di materie diverse (Han, 2001). Ci sono anche laboratori in cui insegnanti di matematica e di lingua lavorano insieme. I professori di una materia in una stessa scuola insegnano con orari quasi sovrapponibili. Quando non sono impegnati in classe, in media per 4 ore al giorno, preparano le attività didattiche, correggono i compiti e gestiscono i problemi di condotta dagli studenti.


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