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tecnica dei costruttori medievali, e ciò malgrado la tradizione romana e l’abbondanza di buone argille.

Indubbiamente col crollo della potenza di Roma gli artefici locali — non più a contatto coi costruttori della metropoli — perdettero ogni nozione sul trattamento delle argille, e quando i tagliapietre e gli scalpellini dell’Appennino vennero nell’isola, non trovarono nè l’uso nè la tradizione del mattone, e poichè ciò si confaceva colla tecnica seguita nelle costruzioni della loro regione, continuarono a rivestire i muri e a gettar le volte con cantoni.

La pietra da taglio (lapis quadratus) fu l’unico materiale usato nei paramenti e nelle decorazioni degli edifici medievali della Sardegna. Anche nelle chiese più modeste e negli oratorî di campagna, i muri, tanto nelle pareti esterne che in quelle interne, sono rivestiti con bei conci parallelepipedi dagli spigoli netti e messi insieme, secondo l’antica tradizione muraria, con pochissima calce.

A ravvivare questi paramenti in pietra da taglio furono incassate nelle mura esterne le ciotole e le sottocope in maiolica, smaltate ed iridescenti.

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La decorazione che maggiormente caratterizza le nostre chiese è il fregio con archetti coronante la sommità dei muri esterni o svolgentesi nei frontoni, seguendone la pendenza, fregio che, pur mantenendo le linee organiche, assunse svariate forme: la più comune è quella dell’archetto sagomato con gola rovescia e listelli, poggiante su mensolina sporgente dal muro e sormontato da una cornice orizzontale di poco aggetto modanata ancor essa con gola rovescia e listelli.

L’esempio più ricco di questo motivo decorativo è dato dal fregio che svolgesi nei muri laterali e nell’abside della Chiesa di S. Pietro di Sorres. Nelle chiese di S. Gavino di Portotorres, di S. Giusta, di S. Paolo di Milis e di S. Simplicio di Terranova, strette e lunghe lesene s’alternano con le mensoline di sostegno degli archetti, mentre in altre chiese, fra le quali quelle di S. Nicolò d’Ottana e di S. Maria di Tratalias, gli scomparti compresi fra queste lesene hanno un certo numero d’archetti in modo che ad ogni serie di essi corrisponde una lesena prolungantesi fino allo zoccolo, dove poggia con base sagomata atticamente.

Gli archetti sono quasi sempre a tutto cerchio, ma non mancano le

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