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nersi in qualsiasi tempo, ma certamente in quello. Non era nemmen proprio di quel tempo, già il dicemmo, che si cercasse l’indipendenza compiuta dall’imperatore; ed ottenutone quel tanto per cui s’era combattuto, si sciolse la lega. — E da tutti questi fatti uscirebbono poi numerosissimi insegnamenti; ma due sopra tutti: che le confederazioni sono senza dubbio il miglior mezzo di conquistare l’indipendenza; ma che senza indipendenza compiuta non si sogliono nè si possono conservare confederazioni; e che i papi, grandi aiutatori, non possono essere buoni capi a tali imprese.

8. Dalla pace di Costanza (an. 1183) alla venuta di Carlo VIII (an. 1494) corrono poi que’ tre secoli della gioventù, dello splendore, e dell’incontrastabil primato d’Italia, da cui sorgono sperimenti e insegnamenti innumerevoli oramai; secoli di minor virtù che non il precedente, colsero i frutti seminati da’ padri, tranne uno che non seppero maturare. Non seppero compiere l’indipendenza; allettati che furono dall’altra opera più immediatamente piacevole, di compiere ed esagerare la libertà interna. Dimenticarono l’imperatore per volgersi contro a questo o quel tirannuccio vicino, contro ai nobili grandi o minori, contro agli stessi popolani maggiori o grassi, o viceversa; con perpetue vicende, con ispen-