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questo introito, ed anche tre quinti, rimarebbero da 6 a 5 milioni netti per interesse del capitale da impiegarsi; e poi, resterebbe per dividendo e ammortimento in 99 anni, tutto il trasporto delle merci, del denaro e del bestiame, e l’aumento che si potrebbe avere dopo quindici o vent’anni d’esercizio sul cresciuto numero dei passaggieri o sulla maggior mercede delle corse.

Trovato così un interesse, un congruo dividendo e un probabile ammortimento, si può calcolare con probabilità sopra una somma di cento milioni. Anzi quando si fosse speso tutto il capitai sociale di cinquanta milioni, questo potrebbe servir d’ipoteca ai capitali che occorressero più oltre; sui quali perciò correrebbe il solo interesse, e non si avrebbe a ripartire il dividendo; e così l’investimento degli azionisti potrebbe venirne vantaggiato. Ma supponiamo pure che la base probabilissima del ricavo sia da valutarsi a 80 milioni, cioè 320 mila lire al chilometro, ossia quasi 600 mila lire al miglio, ch’è veramente una bella e magnifica moneta; si potevano fin-e calcoli schietti e generosi, e non sottoposti alla trista sequela delle manutenzioni. Si poteva poi aggiungere, che, speranza essendovi di compier l’opera con una spesa considerevolmente minore, la residua somma si sarebbe dedicata a darle splendido compimento con un ponte sulla laguna, e con un ingresso nel mezzo delle due capitali.

Si sarebbe potuto anche sottoporre la cosa ad una o più prove; e siccome le brevi strade in vicinanza delle buone città danno miglior profitto, anche come popolare passatempo, si avrebbe potuto stabilire, che si tentasse qualche breve tronco in diversi luoghi: per esempio, dal canale di Mestre alle ville della Brenta, da Brescia a Chiari, da Milano all’Adda, non solo per tasteggiare nei nostri paesi l’articolo della spesa e l’abilità dei costruttori, ma l’intelligenza e l’alacrità delle popolazioni. Ora l’esperienza è fatta; i nostri contadini hanno sostenuto la via ferrata di Monza nel più inclemente gennajo che abbia contristato l’Italia; e hanno mostrato che ad intendere i loro interessi e lo spirito dei tempi hanno assai più attitudine che non le classi più orgogliose, le quali non hanno ancora potuto capire qual sia l’immenso beneficio che le strade ferrate recano ad ogni genere di proprietà.

Ma la questione fin da principio venne capovolta; si