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Udite quanti ve ne sono in contrario. Il primo voglio che sia d’Orazio, per esser quello che c’insegna di tessere questi panni: e nella Poetica , dove ce l’insegna, non dice egli:

Abstinuit Venere et vino?...

O perché, secondo il vostro sottile avedimento, non disse «Venere et Baccho»íl\ medesimo nell ’Ode:

Parumne campis, atque Neptuno super fusum est Latini sanguinis?...

Perché non disse «campis et undis» o «Neptuno et Cibele» ? Vergilio stesso, il qual voi dite che «non fece giá cosi», in due versi continuati, nell’uno facendolo, e nell’altro no, non mostra che si possa fare e non fare ancora dagli altri? E forse che non sono della Georgica , la quale non si può dire che non fosse emendata:

Altera frumentis quoniam favet, altera Baccho: densa magis Cereri, rarissima quaeque Lyaeoí

Non vedete che nel primo non l’ha fatto e nel secondo si? Ma che direste, se fossero piú i suoi panni vergati che i semplici? Nella medesima Georgica , non dice egli in un loco:

Bacchus amat colles, aquilonem et frigora taxií

E in un altro:

Nec pecori opportuna seges, nec commoda Bacchoí

Non sono questi due panni vergati, tessendosi Bacco dio, con tassi arbori e col bestiame? Non dice il medesimo:

Hinc movet Euphrates, Mine Germania bellumí

Qui non tesse egli un fiume con una provinzia? Ma che piú? se l’ha fatto nell’egloga medesima che voi allegate, dicendo:

Al nos hinc alii sitientes ibimus aphros;

pars Scythiam et rapidum Cretae veniemus Oaxem.