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in quel tanto vostro diligente vocabolario? Or vergognatevene, se potete, e leggetela in questi versi:

E si bella, ch’ogni altra a lei cedette...

Come la mosca cede alla zanzara...

Che ’l parlar nostro, ch’a tal vista cede...

E cede la memoria a tanto oltraggio.

Dopo questi principali antichi della lingua, leggetela ne’ principali moderni. Disse il Bembo:

Che cesse in parte al gran seme troiano.

Disse il Molza:

Ratto al gran letto ritornando cesse.

Le autoritá de’ moderni io intendo che vi siano sempre da vantaggio; perché, se ben non le ricevete voi per autentiche, io fo per allegarle agli altri, i quali crederanno piú a loro che a voi.

«Ambo». Questa parola s’è levata della seconda stanza, non perché si tenga per male usata, ma per altro rispetto, non apertinente alla vostra opposizione. E, perché conosciate che non s’è tolta via per ischifar questo vostro colpo, si confessa che ’l loco è mutato, e si presuppone che questo verso stesse cosi:

Poic’hanno ambo i suoi Galli, e Galli interi.

E dico che quando vi ci piacesse piú «ambe» che «ambo», un uomo discreto non avrebbe determinato che stesse altramente, correndoci una si minuta differenza di scrittura; ed io vi potrei mostrar quella copia eh’è venuta in mano a me, che in questo loco dice «ambe» e non «ambo». Ma voi, ch’avete lo spirito della contradizione, dove non avete l’occasion di mal dire, ve la fate nascere. Né per questo avete fatto qui tanto che basti, potendo stare nell’un modo e nell’altro. E, perché la considerazione ch’avete fatta in questa parola è tanto minuta che sfuma, per esser meglio inteso, io le voglio dar corpo. «Ambo», «ambi» ed «ambe» si truovano, in questa lingua, una voce