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La commedia, piú volte ristampata, fu anche pubblicata da Eugenio Camerini nella collezione Daelli, 1863 (edizione poco accurata, preceduta da un’arguta prefaz. del C., firmata i «successori di Barbagrigia»); da U. A. Amico nel voi. cit. delle Opere di A. Caro, 1864. — Sull’argomento e sul valore degli Straccioni , vegga il lettore: A. Gaspary, St. d. lett. Hai., 11, 253-54 e I. Sanesi, La commedia (Storia dei gen. lett. ital.), 1, 343-45.

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GLI AMORI PASTORALI

Intorno a questo rifacimento del romanzo greco, cominciato non prima del 1537, cosi il Caro scriveva a Benedetto Varchi, nel gennaio del ’38 : «Della traduzione io ho fatto solamente una certa bozzaccia, non riveduta né riscontrata a mio modo col greco, perché messer Antonio [Allegretti?] s’ha portato l’originale nella Marca; e perché, non uscendo dal greco, mi tornava cosa secca, l’ho ingrossata con di molta ciarpa, e rimesso e scommesso in molti luoghi, e per questo l’ho tutta scombiccherata; e aspettavo di riavere l’autore da messer Antonio, per riscontrarla una volta e aggiungervi parecchie carte che si desiderano nel greco e poi ricopiarla e mandarla vi». E nella primavera del ’54 a monsignor Antonio Elio, vescovo di Pola, prometteva di mandargli gli Amori pastorali tradotti; ma soggiungeva: «Manderolli in mano vostra, perché li teniate poi, non essendo bene vadano attorno cosi imperfetti».

La versione è, seguendo il testo greco, divisa in quattro ragionamenti (Xóyoi léxTapeg); e si conchiude con un Supplemento , onde il Caro, di sua invenzione, colmò in parte una lacuna del primo ragionamento, esistente nel manoscritto greco del romanzo; poiché, com’è noto, soltanto nel primo decennio del secolo decimonono, Paolo Luigi Courier scopriva, in un codice fiorentino, quel frammento, che mancava ai manoscritti usati dal Caro e da altri precedenti volgarizzatori di Longo.

L’ediz. bodoniana del 1784 reca il titolo: Gli amori pastorali di Dafni e di Cloe, tradotti dalla lingua greca nella nostra toscana dal commendatore Annibai Caro ; e con lo stesso titolo fu ristampata a Firenze nel 1786, con la falsa data di Londra. Su questa e sulla milanese dei class, ital. 1812 (è il voi. vii delle Opere di