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tutta a piè della ripa, in un pelaghetto bellissimo. E percioché la ripa, da mezzo in giú, era sotto, in varie grotte cavata, una parte del laghetto, dentro da quelle riducendosi, faceva altri bagnetti, e conserve d’acque calde, fredde, temperate piú e meno, secondo i diversi temperamenti del caldo e del freddo, che in ciascun ridotto faceva o il sole o l’ombra che vi fosse; e dove l’acqua non giungeva, qua una grotta faceva stanza asciutta, lá una falda porgeva un seggio erboso, o di verde muschio appannato; e ’l sole, che, dacché nasceva insino a mezzo giorno, in certe di esse caverne feriva, ripercotendo dalla chiarezza dell’acqua nelle vòlte di sopra, faceva di continuo lampeggiamenti e ’ncrespamenti di certi splendori lucidissimi, e quivi il bagno era caldo; poscia piú a dentro, dove il sole non feriva, secondo che Tacque s’allontanavano dal caldo, cosi tiepide, fresche e fredde si trovavano. L’altra parte del bagno era tutta allo scoperto; e percioché il letto era del medesimo sasso vivo, la bianchezza dell’acqua facea che la paresse tutta d’argento. E perché le sponde, per lo spruzzolar dell’acqua, che di sopra le bagnava, e per l’umor che di sotto le nutriva, erano sempre di rugiadosi fiori dipinte e d’erbe verdissime e freschissime vestite, per tutto il lor giro ripercotendo il verde dell’erba col cristallino dell’acque, riluceva un fregio di smeraldo finissimo; e da ogni banda, sendo l’acqua limpidissima, si vedevano certi piccoli pescetti scherzare, i quali, a lor diletto o quando disturbo venia lor fatto, sotto al concavo delle sponde o per le buche delle grotte si riducevano. Stati alquanto i giovinetti a mirar la bellezza del lago, gli scherzamenti de’ pesci ed i lampeggiamenti del sole, Dafni, tirato dalla vaghezza del loco, si spogliò ignudo e, lasciato il suo tabarro alla Cloe, se ne corse in cima alla ripa, e quindi, spiccato un salto per insino al mezzo del pelaghetto, si gittò giuso, con maggior paura della Cloe che quando nella buca lo vide cadere; percioché, andatosene al fondo, stette per buono spazio a tornar suso; poscia venuto sopra, sbuffato ch’egli ebbe, come quello che era buonissimo nuotatore, prese a fare in su l’acqua di molti giuochi; ed or rovescio, or boccone, or per il lato, fece quando il ranocchio, quando la lepre,