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greggi e riconoscendo la Cloe, gridando ad alta voce: — O ninfe ! o Pane! — si mosse correndo verso la pianura; e, giunto alla Cloe, abbracciandola e nelle braccia per allegrezza svenendole, cadde in terra tramortito, ed appena dalla fanciulla con molti baci e con istretti abbracciamenti fatto rinvenire, come trasecolato guardandola, sotto all’usato faggio si ricondusse. Ivi a seder postosi con esso lei, dopo molte meraviglie e molte accoglienze, le dimandò in che maniera fosse da tanti nimici scampata; ed ella, tutto per ordine divisandogli, gli raccontò l’ellera delle capre, gli urli delle pecore, la ghirlanda del suo capo, il tremor della terra, i lampi dell’aria, lo strepito del mare, i suoni delle sampogne, il bellicoso e ’l pacifico, la notte orribile, il giorno spaventoso, ed ultimamente la invisibil guida della musica. Dafni, confrontando le fazioni di Pane col sogno delle ninfe, disse ancor a lei tutto ciò che egli avea veduto e sentito, e come, sendo a morte vicino, era per conforto delle ninfe in vita rimaso. Cosi stati alquanto a consolarsi e rallegrarsi insieme, ordinato di sacrificare agli dèi, Dafni mandò la Cloe ad invitar Driante e Lamone, che venissero con tutti i loro e con ciò che facea mestiero al sacrificio; ed egli intanto, scegliendo la miglior capra di tutta la greggia, ne fece vittima alle ninfe, ed, appesala e scorticatala, dedicò lor la pelle. In questo mentre comparsi quelli che la Cloe conduceva, accese il foco, e, parte di quella carne lessando e parte arrostendo, ne porse il saggio .alle ninfe, e sparse loro una gran tazza di mosto: composte poi le mense di frondi, s’assisero a magnare, a bere ed a festeggiare, avendo però sempre gli occhi alle greggi, ché il lupo non facesse lor villania, quello che non avevano fatto i nimici, ed in onor delle ninfe cantarono alcune canzoni, le quali erano poesie d’antichi pastori. La notte seguente dormirono alla campagna, per il giorno di poi sacrificare a Pane; e la mattina, preso un becco, il quale era il piú vecchio padre di tutto il branco, di pino incoronato, di sotto al pino lo condussero, ed ivi, di vino la fronte spargendogli, cantando tuttavia le lodi del cornuto dio, lo sacrificarono, l’appesero, lo scorticarono, e, facendo della sua carne una parte arrostita e l’altra lessa, la posero nel prato sopra a foglie d’ellera e di tassobarbasso,