Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/301

loro una grandissima armata. Sentivano voci, che davano all’arme, che chiamavano il capitano, che incitavano i combattenti; udivano incioccamenti di arme, investimenti di navi, rammarichíi di cadenti; pareva loro di esser feriti, di vedere uomini morti; in somma di trovarsi in una notturna battaglia di mare, senza apparir persona che combattesse. Il giorno che segui poi fu piú spaventoso assai che la notte: percioché, subito che la luce apparve, si videro le capre ed i becchi di Dafni tutti con le corna inghirlandate d’ellera e di corimbi, le pecore ed i montoni della Cloe si sentirono urlare come lupi, essa la Cloe fu vista con una corona di pino in testa. In mare si fecero cose miracolose: percioché, tentando di tirar rancore, mai non poterono; abbassando i remi per vogare, si rompevano; d’intorno a’ legni saltavano delfini, e con tanta tempesta percotevano le catene con la coda, che tutte le scommettevano; su di cima lo scoglio si sentiva un suono di sampogna si spiacevole, che non di sampogna, ma di Chiarini di mare e di bellicosa tromba sembrava che fosse, e sangue e morte parea che sonando minacciasse. Essi, tutti perturbati, pigliavano l’arme, e gridavano a’ nimici che non vedevano; e paurosi desideravano che tornasse la notte, come sperando d’avere in quella qualche tregua a tanto travaglio. Questi prodigi erano bene intesi dagli uomini savi, pensando che le cose che si vedevano e sentivano non potessino procedere se non da Pane, per qualche sdegno contra i naviganti : ma la cagione non sapevano, né manco la potevano immaginare, non sendo da loro stato predato cosa, che a lui si pensassino che fosse sacra. Tanto che in sul mezzogiorno addormentandosi il capitano deH’armata, non senza mistero esso dio Pane gli apparve in sogno, cosi dicendo: — O scellerati e sopra tutti gli uomini irreverenti e dispietati! e che furor v’ha spinto a tanto ardimento? a dare il guasto alle ville, di cui son io il difensore? a molestare i contadini che sono i miei devoti? a predare gli armenti e le greggi che sono a mia custodia? Avete rapita dagli altari una vergine, di cui Amor vuole che si facci una favola; e non temeste ciò commettere in cospetto alle ninfe. Non aveste riguardo a Pane, che son quell’io. Ma