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sempre rinchiusa nella cittá. Ora con che faccia andrò io innanzi a mio padre e mia madre, cosi spogliato, cosi scioperato? Che arte sará ora la mia? Chi mi dará piú avviamento? Donde avrò piú che pascere? Io mi starò qui tanto in terra, o ch’io mi muoia, o che vengano un’altra volta i nimici a pigliarmi e menarmi dove è lei. Cloe mia, senti tu questa passione che sento io? ricorditi tu piú di questi campi? di queste ninfe? e di me poverello? oppur ti consolano le pecore e le capre, che son teco prigioni? — Cosi dicendo, per lo molto pianto e per l’affanno durato, cadde in un sonno profondissimo. E, dormendo, tre ninfe delle medesime della grotta, a guisa di tre gran donne, belle, mezze ignude, succinte, scalze, con le chiome sciolte ed alle loro statue in tutto sitniglianti, in sogno gli si appresentarono; e primieramente della sua sventura dolutesi, la piú attempata di loro, confortandolo, cosi gli disse: — Dafni, sta’ di buon animo, e non ti rammaricar di noi, ché assai piú di te amiamo la Cloe e piú pensier ne tegnamo che tu medesimo. Noi siamo, che per insino da bambina l’abbiamo in custodia avuta: noi, quando in questa grotta fu gittata, procurammo di farla nutrire; percioché ella non ha che fare con questi campi, né con le pecore di Driante, come né anche tu con le capre di Lamone. Quanto a lei, insino ad ora s’è provvisto ch’ella non vada schiava in Metinna; percioché siamo ricorse al dio Pane, a questo che s’adora di sotto il pino, il quale voi non avete mai pur di fiori, non che d’altro, onorato: noi l’abbiamo pregato che porga aiuto alla Cloe, percioché egli è uso nell’armi piú che noi, e molte volte, lasciando le ville ed i monti, è stato negli eserciti e provveduto capitano e coraggioso guerriero: ora, per nostre preghiere, ne va egli stesso contra a’ metinnesi acerbo nimico. Imperò non dubitare: lévati suso e fátti vedere a Lamone ed a Mirtale, che giacciono ancor eglino prostrati in terra, pensandosi che tu sia parte di questa rapina; e noi ti promettiamo che domani la Cloe sará di ritorno con le tue capre e con le sue pecore, e che pascerete, canterete e sonerete insieme come prima. Dell’altre cose, Amor, che cura ne tiene, a suo senno se ne disponga. — Ciò vedendo ed udendo,