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stagione tutti festosi, ciò che sentivano e che vedevano, tutto contraffacevano: udendo cantar gli uccelli, cantavano; vedendo ruzzar gli agnelli, ruzzavano; e per far come le pecchie, ancor essi coglievano fiori; e di quelli, altri si mettevano in seno, d’altri intrecciando quando un festoncino e quando una ghirlandetta, or le ninfe ne ornavano, ed or le stesse fronti ne incoronavano. Faceano ogni cosa a comune, pasceano sempre insieme; e quando qualche randagia pecora si sbrancava, Dafni la rimetteva; quando qualche dissoluta capra danneggiava o da qualche pericoloso greppo pendeva, Cloe la garriva; e spesse fiate, mentre l’uno d’essi per qualche suo diletto si dipartiva, l’altro alla guardia d’ambedue le greggi restava; ed erano i loro diletti tutti pastorali e fanciulleschi. La Cloe se ne andava ora in qualche stoppiaro a lavorar gabbie da grilli o tesser frontali di paglia, ora in un giuncheto o in un vetriciaio a far cestole, sportole, fiscelle, paneruzzoli, a cór delle fragole, degli sparagi, degli spruneggi e talora a cercar delle chiocciole. Dafni se ne calava or in qualche canniccio a scér calami per sampogne, or saliva al bosco per tagliare un arco, or si metteva sopra certi pelaghetti a saettar folaghe; giva talora procacciando delle frutte, tendendo lacciuoli, appostando nidiate d’uccelli. Ed in cosi fatte cose occupati, l’uno all’altro le greggi si accomandavano, e tornando si pigliavano piacere di mostrarsi i lavori che facevano, di presentarsi di quel che portavano, e, cosi lietamente vivendo, mettevano a comune il latte, il vino e tutta la vettovaglia, che si recavano la mattina dalle stanze, e scambievolmente portavano, quando uno la tasca, e quando l’altro la fiasca; e piú tosto potevasi spartire l’una greggia dall’altra, che Dafni e la Cloe non fossero sempre insieme.

Mentre in questa vita ed in cotali piaceri dimoravano, parve ad Amore di farsi lor contro, e l’occasione fu tale. Era in quel contorno il covo di una lupa, la quale, allevando di molti lupacchini, aveva bisogno di far carne assai; per che, danneggiando tutto il paese, rapiva ogni giorno qualche bestia degli altri poco avveduti pastori. Laonde, convenuti una notte molti di loro insieme, cavarono in piú luoghi alcune buche larghe, d’un cubito