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SCENA II

Giordano, Pilucca.

Giordano. So che queste nozze diventeranno questa sera un mortoro, io. Perché non lo veggo io ancora che me gli avventi adosso? Io gli aprirò pur il petto, li mangerò pur il core.

Pilucca. Mi par d’aver le budella in un catino.

Giordano. Costui mostra all’abito d’esser de’ suoi.

Pilucca. Signor no, signor no, son de’ vostri: non mi date, ché son Pilucca.

Giordano. Oh, tu vai da galeotto!

Pilucca. Sono stato in galera per amor vostro e per cercar di voi. O padron mio, mi rallegro di...

Giordano. Va’ alle forche. È ora tempo di fare accoglienze? Dove è questo sposo? Mostramelo presto, ch’io muoio di rabbia e di vergogna a pensar che sia vivo.

Pilucca. Abbiate pazienza che ci capiti.

Giordano. Dove è Marabeo?

Pilucca. È ito per trabalzar l’Agatina per voi.

Giordano. To’ lá, quest’altro affanno: sono anco innamorato.

Pilucca. Oh, non c’è piú un pericolo al mondo!

Giordano. E come è possibile che in un petto di rabbia e desideroso di vendetta, abbia potuto aver loco l’amore?

Pilucca. Comincia a passeggiare, Signore!

Giordano. Gran tiranna degli uomini è questa bellezza; bella sopra modo e costante giovine è costei.

Pilucca. Uscito dell’orso, entra nella pecora.

Giordano. Amor e crudeltá m’han posto assedio.

Pilucca. Un versetto, per Dio. Oh! venga il leuto. Un sospirerò ci manca.

Giordano. Ahi!

Pilucca. Oh! benissimo. Or si che gli daremo in culo a uastruccio !