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Pilucca. Voglio seguitar Barbagrigia per ispiar quel che risolve di queste nozze.
Barbagrigia. Va’, va’, furia di donna! Vedova innamorata è come dire foco di salnitro, di carbone e di solfo. Oh ! se queste nozze non si fanno questa sera, il mondo ha da ritornar in caos.
Demetrio. To’ quest’altro! Le trenta para si sono scatenate oggi per noi.
Pilucca. E per noi le ierarchie si sono aperte.
Barbagrigia. Oh! che diavolo di brigate son queste? Si soglion dir «grechi salati», ma costoro mi paion a me. Vogliono e non si risolvono, promettono e si disdicono. Gli facciamo signori e gli abbiamo anco a pregare. In fatto, le venture corrono dietro a chi le fugge.
Demetrio. Che c’è, Barbagrigia?
Barbagrigia. Tutto il mal del mondo. Che baie son queste che andate facendo? Dove è lo sposo?
Demetrio. Si sente male.
Barbagrigia. Che «male»? Male sta quella gentildonna, eh’è disperata e male arrivata per amor suo. Bisogna cavar le mani di queste nozze.
Demetrio. Non c’è ordine questa sera.
Barbagrigia. Oh, questo si che sarebbe troppo grande scandolo !
Demetrio. O che scandolo? Volete che un ammalato faccia nozze?
Barbagrigia. E voi volete vituperar questa gentildonna?
Demetrio. O che vituperio a ’ndugiare un altro giorno?
Barbagrigia. Come «un altro giorno»? Che s’è fatta la provisione: si sono invitati i parenti ; la fama è ita per tutta Roma; la casa è piena di donne; e la festa è giá cominciata.
Demetrio. Non so io. A me pare che quel che non si può non s’abbia a volere, e che uno accidente non si debbia ripigliar per ingiuria.
Barbagrigia. In questo caso bisogna sforzarsi; e dove corre l’onore, avete a sapere che questi romaneschi sono molto